Europa League: gli accoppiamenti dei play-off

(daniele amadasi)  Dall’urna di Nyon, con il Sassuolo parte interessata, sono stati sorteggiati gli accoppiamenti delle cosiddette sfide dei play-off di Europa League 2016-2017, che andranno a definire le 22 squadre da ammettere alla fase finale a gironi, unitamente alle 10 squadre eliminate dai play-off di Champions League ed alle 16 squadre club già qualificati di diritto, incluse  le italiane Inter e Fiorentina.

Questi gli accoppiamenti sorteggiati (gare di andata il 18 agosto, di ritorno il 25 agosto): Sassuolo – Stella Rossa Belgrado (Serbia), Astana – Bate Borisov, Midtjylland – Osmanlispor, Dinamo Tbilisi – Paok Salonicco, Arouca – Olympiacos Pireo, Trencin – Rapid Vienna, Aek Larnaca – Liberec, Austria Vienna – Rosenborg, Beitar Gerusalemme – Saint Etienne, Lokomotiv Zagabria – Genk, Vojvodina – Az Alkmaar, Maribor – Qabala, Gent – Shkendija, Slavia Praga – Anderlecht, Istanbul Basaksehir – Shakthar Donetsk, Astra Giurgiu – West Ham, Sonderjyske – Sparta Praga, Fenerbahce – Grasshoppers, Brondby – Panathinaikos, Göteborg – Qarabag, Krasnodar – Partizani e Maccabi Tel Aviv – Hadjuk Spalato.

Copa Libertadores: trionfano i colombiani dell’Atlético Nacional

(daniele amadasi)  Forte dell’1-1 maturato in Ecuador nell’andata della finale di Copa Libertadores, i colombiani dell’Atlético Nacional si sono proclamati campioni per club del Sudamerica, superando a Medellín l’Independiente del Valle per 1-0, grazie alla rete di Borja dopo 8 minuti dal fischio finale.

Questo l’esito finale della Copa Libertadores 2015-2016, conclusa con il successo meritato ma insperato ad inizio competizione dall’Atlético Nacional di Medellín made in Colombia con soli due argentini in rosa, di Mister Rueda e dei nuovi uomini mercato Borja ed Aguilar,  ma con l’onore delle armi per l’Independiente del Valle del bomber Angulo, autentica sorpresa assoluta, insieme al suo club ecuadoreno, della Champions League in versione sudamericana, archiviata con importanti novità e senza club argentini e brasiliani protagonisti sino alla fine.

Alla scoperta della Napoli DeHiguainizzata

(daniele amadasi)  La mia giornata di ieri datata martedì 26 luglio e trascorsa a Napoli alla scoperta di una città “DeHiguainizzata” si è conclusa quasi in contemporanea al comunicato stampa ufficiale emesso dalla Juventus che comunicava di “aver perfezionato l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Gonzalo Gerardo Higuain a fronte di un corrispettivo di € 90 milioni pagabili in due rate di pari importo nelle stagioni sportive 2016/2017 e 2017/2018”.

Ma facciamo un passo indietro ripartendo dalla mattina e dal mio atterraggio a Capodichino, addolcito da un ottimo caffè di benvenuto ma con poca schiumetta perché il barista mancino Mario sta vivendo male il fatto di dover cancellare dal suo braccio sinistro il suo evidentissimo tatuaggio raffigurante il Pipita con la maglia azzurra del Napoli.

Dall’Aeroporto passo in un tempio ragionevole nonostante l’immancabile traffico cittadino al centro della vecchia città, fra Spaccanapoli ed il Duomo con le spoglie di San Gennaro. Nella storia di San Gregorio Armeno, delle sue numerosissime Chiese, degli accessi alla Napoli sotterranea e delle strette vie degli artigiani dei presepi, scopri che il popolo partenopeo è spaccato su più fronti e non sa da che parte stare.
L’operatore ecologico Diego che lavora con in testa un cappellino della SSC Napoli dichiara di non sapere chi sia Gonzalo Higuain e di non averlo mai sentito nominare dallo speaker del San Paolo. Il vigile urbano Marino sostiene che se Higuain è andato ai rivali della Juventus sottoscrivendo un nuovo contratto quinquennale è solo colpa di De Laurentis, che avrebbe dovuto vender il calciatore all’Arsenal anche ad una cifra minore dei 90 milioni che arriveranno dai bianconeri. Lo studente Fernando sostiene che il Pipita è un traditore, non perché abbia deciso di abbandonare il Napoli, ma perché lo ha fatto amando alla Juventus.

Dalla città vecchia mi sposto al centro moderno di Via Toledo, Via Roma, Piazza Plebiscito e via Chiaia ed a pranzo il cameriere Antonio mi confida che secondo lui il Napoli l’anno prossimo sarà ancora più forte perché con il gioco di Sarri anche Gabbiadini potrà fare 30 gol a stagione, mentre la Juventus con Higuain si è indebolita perché dovrà snaturare il proprio gioco viste le caratteristiche individualiste dell’argentino.

Al caffè del Professore un collega giornalista mi conferma che gli umori calciatici della Napoli sono proprio quelli che ho raccolto in questa bella giornata di lavoro sotto il Vesuvio e così decido che non mi occorre sentire anche il termometro azzurro di Fuorigrotta, terminando il mio reportage con l’entusiasmo del taxista Giuseppe, abbonato in Curva B al San Paolo, quando dall’autoradio sente la notizia di mercato che il Napoli ha praticamente trovato l’accordo per acquistare dall’Ajax a 35 milioni di €uro il 22.enne attaccante Arkadiusz Milik.

Davanti al gate che mi riporterà a Milano, penso che nonostante lacrime e rabbia, la Napoli del calcio ma dal nobile e storico dna dei Borboni, sia già pronta ad un incoronare il suo prossimo moderno re, perché i Cavani, i Lavezzi e gli Higuain passano, mentre l’inossidabile ottimismo partenopeo resta, forte e tangibile, considerando che almeno sui sogni non potrà mai esistere nessuna clausola rescissoria.

Qui Inter: Mancini ad un passo dall’addio

(daniele amadasi) Roberto Mancini come Antonio Conte? Lo sapremo a breve seppure l’attuale allenatore del Chelsea se ne ne andò dalla Juventus nell’estate del 2014 dopo aver vinto tre scudetti di fila con i bianconeri, mentre il Mancio lascerebbe i neroazzurri dopo due stagioni deludenti caratterizzate dal mancato approdo prima alle coppe europee e poi alla Champions League.

In comune però le vicende delle rotture di Conte alla Juventus e di Mancini all’Inter hanno il fattore mercato e le divergenze di idee con quelle dei rispettivi dirigenti. A Conte non erano andate giù le mosse di mercato del duo Marotta-Paratici, mentre Roberto Mancini è letteralmente arrivato ai ferri corti sia con il Vice Presudente Thohir che con il nuovo amministratore delegato inglese Bolingbroke.

In queste ore l’Inter è in tournée a New York e da notizie già rilanciate dalle varie agenzie di stampa si è scoperto che l’allenamento pomeridiano, previsto dopo l’amichevole disputata e persa per 3-1 contro il Paris Saint Germain, è saltato e che a breve potrebbe arrivare le clamorose dimissioni di Mancini, che terminerebbe la sua avventura in neroazzurro con un anno di anticipo.

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