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L’Inter come il Milan con il passaggio di proprietà ad un fondo statunitense

(daniele amadasi)  Dopo il Milan, ecco l’Inter, con la storia del passaggio di proprietà da un imprenditore cinese ad un fondo statunitense che si ripete nell’arco di qualche anno, coinvolgendo dopo la sponda rossonera del Naviglio anche quella neroazzurra.

Un ricorso storico alla Giambattista Vico non proprio casuale considerando che ormai sono cinque le squadre di prima fascia ad essere in mano ad holding statunitensi (Inter, Milan, Roma, Bologna e Fiorentina) contro le tre rimaste di proprietà italiana (Juventus, Napoli e Lazio), considerando l’importanza strategica economica del calcio nel nuovo conflitto tra Usa e Medio Oriente.
Tralasciando gli aspetti geopolitici, ritorniamo alla stretta attualità del passaggio di mano societario di una società, l’Inter, ad un fondo, il californiano Oektree, ripercorrendo quanto visto in casa Milan, essendo le due vicende molto similari.

Andando quindi a rivivere quanto successo in casa Milan torniamo indietro di quasi otto anni riposizionandoci nell’estate del 2016 quando inizio la lunga trattativa, durata ben otto mesi, sino ad aprile 2017 per l’esattezza, per la annunciare la chiusura della trattativa di cessione da parte della Famiglia Berlusconi e della Fininvest del 100% delle quote societarie del Milan alla società Rossoneri Lux dell’imprenditore cinese Li Yonghong per un importo complessivo di 250 milioni di €uro, pagabili in tre rate da 100, 100 e 50 milioni.
Per onorare l’impegno preso Li Yonghong si fece finanziere dalla Elliott Management Corporation, non riuscendo però a ripianare nei tempi concordati il debito accumulato, interessi inclusi, a quota 303 milioni di €uro, vedendosi sfilare la proprietà del club rossonero, passata nel luglio del 2018 n mano al fondo newyorkese di Paul Singer.
Dopo quattro anni (estate 2022) il Milan viene ceduto da Elliott ad un altro fondo, la Red Bird Capital Partners di Gerry Cardinale, attuale patron del club rossonero, per un importo di vendita stimato fra i 400 ed i 600 milioni di €uro considerando che ancora ad oggi c’è un fascicolo di indagine aperto in Guardia di Finanza ed in Procura a Milano nei confronti dell’AD rossonero Giorgio Furlani (indagato insieme al suo predecessore Ivan Gazidis, in carica dal 2018 al 2022, ndr) per fare chiarezza sulla nuova cessione.

Dal Milan ci spostiamo all’Inter,  ripartendo però dal novembre del 2013 con la cessione da parte del patron Massimo Moratti del 70% delle quote societarie all’imprenditore indonesiano Erick Thohir per 75 milioni di €uro, oltre a 180 milioni di €uro a fondo perso per il ripianamento dei debiti, considerando che all’epoca dei fatti il patrimonio societario Inter era quotato 385 milioni di €uro.
Dopo tre anni di condivisione al timone del club dei due azionisti, nel giugno 2016 ci fu l’uscita definitiva dal CdA e dalla società di Moratti con la cessione del rimanente 29,6% del pacchetto societario e la quasi contemporanea vendita da parte dell’International Sports Capital in capo a Thohir del 68,55% delle azioni Inter alla holding lussemburghese di Gread Horizon Sarl che fa capo alla società Hong Kong Suning dell’imprenditore cinese Zhang Jindong per 270 milioni di €uro e quindi con una plusvalenza di 15 milioni di €uro a favore dell’imprenditore indonesiano, salita poi ad oltre 200 milioni di €uro considerando che a due anni di distanza, ottobre 2018, Thohir, è uscito di scena cedendo alla Lion Rock Capital (altra Holding della Famiglia Zhang) il suo restante 31,05%.
Con il 99,60% (68,55 + 31,05) del pacchetto azionario in mano a Suning e con il rimanente 0,4% suddiviso fra Pirelli (0,37%) e piccoli azionisti (0,03%), a comando del nuovo consiglio direttivo è stato nominato come nuovo Presidente Steven Zhang, figlio di Jindong.

Dopo le prime stagioni di normale indipendenza a livello di gestione economica e finanziaria del club neroazzurro, a partire dal cambio di politica nazionale cinese sugli investimenti nel mondo del calcio ed a seguito di una serie di vicissitudini personali che hanno riguardato le aziende della Famiglia Zhang con l’apertura di un debito da 320 milioni di dollari con la China Construction Bank Asia Corporation, la mancanza di liquidità in casa Inter ha portato Suning, a partire da maggio 2021 e nel corso degli ultimi tre anni, ad aprire un finanziamento da 275 milioni di €uro con il fondo californiano Oaktree Capital Management mettendo come pegno il 99,60% delle quote azionarie della FC Internazionale Milano.
Pegno avente scadenza temporale la giornata di martedì 21 maggio 2024 e come importo complessivo
, interessi compresi, quello pari a 385 milioni di €uro.
Falliti i tentativi di rifinanziamento con Oaktree, Zhang ha provato a chiudere un nuovo prestito con il fondo Pimko (Pacific Investment Management Co.) aumentando l’indebitamento a 430 milioni di €uro, senza però riuscire
nel suo ultimo disperato tentativo e così a partire dalle prime ore di mercoledì 22 maggio 2024 Oaktree (nonostante l’accordo che a debito saldato avrebbe incassato da una futura cessione dell’Inter una parcella di credito di 100 milioni di €uro), ha esatto il proprio credito divenendo di fatto il nuovo azionista di maggioranza dell’Inter con il 98,60% delle quote societarie.
Da segnalare a livello di cronaca finanziaria che nel passaggio di proprietà dell’Inter al fondo californiano, i contabili di Oektree non dovranno mettere nella casella costo di acquisto  il solo valore del credito stanziato a Suning (275 milioni di €uro), ma anche la quota di indennizzo spettante a Zhang (circa 250 milioni di €uro) calcolata
 come differenza fra l’attuale fair value societario ed i debiti estinti nel corso dei precedenti esercizi e quella del bond (415 milioni di €uro) emesso per rifinanziare pregressi debiti di bilancio con scadenza nel 2027.

Così numeri alla mani dopo otto anni, 800 milioni di €uro investiti con annessa riduzione del debito consolidato del club da 250 a 50 milioni di €uro in vista di un programmato attivo di bilancio alla data del 30 giugno 2025, Suning e la Famiglia Zhang lasciano il timone dell’Inter nelle mani americane di un fondo, Oaktree, al lavoro da oggi per l’elezione, entro i prossimi 30 giorni, del nuovo consiglio di amministrazione e di un nuovo Presidente a cui d’ora in poi il tridente dirigenziale neroazzurro composto da Giuseppe Marotta (Amministratore Delegato), Piero Ausilio (Direttore Sportivo) e Dario Baccin (Vice Direttore Sportivo) dovrà dare conto.

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Serie A: rinviata la trattativa per i diritti tv triennio 2021-2024

(daniele amadasi)  A margine della cerimonia che ha svelato il calendario della stagione 2019-2020, nella serata di lunedì 29 luglio in Lega Calcio Serie A si è parlato anche dei diritti TV del triennio 2021-2024.

Parlato e non deciso perchè si è rimandato il tutto alla fine di settembre, quando sapremo se l’offerta presentata dalla società spagnola MediaPro sarà presa o meno in considerazione, mettendola di fatto poi in concorrenza con quella di Sky-Tv.
Offerta per i diritti TV relativi al triennio 2021-2024 presentata da MediaPro che ammonta 1’150 milioni di €uro a stagione (per complessivi 3 miliardi e 450 milioni di €uro) e che porterebbe anche alla nascita del canale dedicato alla Serie A.

Da registrare anche l’interesse della società spagnola a poter inserire in trattativa anche un opzione per il successivo triennio, 2024-2027, Sky-Tv permettendo considerando che l’attuale fornitore dei diritti televisivi non intenderà rimanere fuori dai giochi.

Su tali basi si prospetta un autunno caldo in Lega Calcio a livello di assegnazione dei diritti televisivi per le prossime tre stagioni, considerando anche la spaccautura di idee fra i vari presidenti delle squadre di Serie A, divisi fra il timore a lasciare un prodotto noto costituito dal duplice accordo con Sky e Dazn e la voglia a vedere incrementato il profitto stagionale, passando dai attuali 973 milioni di €uro ai paventati 1’150 milioni con un aumento netto dei ricavi pari a 177 milioni.

Diritti TV: il triennio 2018-2021 di Serie A ceduto a 973 milioni

(daniele amadasi)  Saltata la cessione dei diritti tv alla società spagnola Media Pro, la Lega di Serie A ha ufficializzato ieri al termine della nuova trattativa privata la vendita a 973 milioni di €uro del triennio 2018-2021.
Importo complessivo raggiunto attraverso la cessione di tre distinti pacchetti delle gare di Serie A di ogni stagione, con i primi due assegnati all’emittente Sky Tv per 780 milioni di €uro ed il terzo a Perform Group per 193 milioni di €uro.
Sky trasmetterà ogni anno e per le prossime tre stagioni 266 delle 380 gare della Serie A, mentre le restanti 114 saranno visibili attraverso la nuova piattaforma della Perform.

In pratica ogni giornata della Serie A per le prossime 3 stagioni 2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021 vedrà la trasmissione di 7 gare su 10 sui canali di Sky Tv e di 3 gare su quelli di Perform.
Entrando nel dettaglio su Sky potremo vedere le due partite di sabato pomeriggio delle ore 15.00 e delle ore 18.00, quattro della domenica (due alle ore 15.00, una alle ore 18.00 e quella serale delle 20.45) ed il posticipo del lunedì sera (20.45).
Perform Group invece trasmetterà invece tre gare: l’anticipo del sabato sera (20.45) e le due rimanenti della domenica alle ore 12.30 ed alle ore 15.00.

Versione confermata dello spezzatino televisivo della Serie A che ha portato a livello di Lega ad incrementare di quasi il 20% l’incasso complessivo dei diritti tv per le prossime tre stagioni, chiudendo il cerchio della cosiddetta rinegoziazione a favore dei club italiani di massima serie meno ricchi.
Si è conclusa così quindi l’annosa vicenda della riaperta cessione dei diritti televisivi dopo l’annullamento dell’accordo con Media Pro dal punto di vista delle pay tv, mentre a livello di trasmissioni in chiaro la Rai ha potuto confermare la trasmissione della domenica pomeriggio “90 minuto”, la prima a poter mandare liberamente in onda le immagini delle 7 gare disputate dalle ore 15.00 di sabato alle ore 15.00 della domenica.

Serie A: varata la modifica della ripartizione dei diritti tv

(daniele amadasi)  Detto, fatto, la Serie A è pronta a dare al via alla sostanziale modifica della ripartizione dei diritti tv in accordo alla Legge Melandri ed all’esito del voto decisivo al Senato della Repubblica.

In caso di conferma assisteremo ad un radicale cambiamento della ripartizione dei diritti televisivi della massima serie considerando come primo passo l’aumento della percentuale di condivisione dell’intera torta milionaria (pari a 924 M€) dal 40% al 50%, con quota fissa societaria che passa da 18,48 M€ a 23,10 M€.
Anche per il restante 50% della torta (462 M€) che andava di fatto a rappresentare la quota variabile (costituita dalla voci del bacino di utenza, dalla media spettatori al botteghino, dalla storia del club e dai risultati sportivi delle ultime cinque stagioni), ci saranno una serie di importanti modifiche che di fatto costeranno non poco, in termini di riduzione di incasso, alle sei principali formazioni del nostro campionato.

Difatti da uno studio primario con la nuova ripartizione dei diritti tv, alla Juventus spetteranno quasi 40 milioni di € in meno, all’Inter ed al Milan 18 M€ in meno, a Roma e Napoli 9 M€ in meno, alla Lazio solo 3 M€ in detrazione.
Per contro società come Atalanta, Fiorentina, Genoa, Sampdoria e Torino dovrebbero vedere incrementati di quasi 8 M€ i loro rispettivi dividendi.
In pratica con l’entrata in vigore del nuovo regolamento da parte della Lega di Serie A fra la prima e l’ultima della classe il rapporto della suddivisione economica dei diritti passerebbe da quello di 1 a 4 (rappresentato ad oggi dai 100 milioni della Juventus e dai 25 del Sassuolo) a quello di 1 a 2 con la forbice di incasso dei 20 club compresa in pratica dal valore massimo di 60 milioni di € a quello minimo di 30 M€.