La Corte UE da ragione alla SuperLega ed affonda l’illegale monopolio Uefa

(daniele amadasi)  Questa mattina la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso la propria sentenza sul ricorso presentato contro la Uefa da parte della SuperLega e della sua società di agenzia A22 Sport che ne detiene il marketing ammettendo la violazione delle norme in ambito di monopolio da parte dell’organo di governo che associa le federazioni calcistiche europee (UEFA).

Con l’odierna sentenza di natura legare, sportiva e politica che farà giurisprudenza e che dopo la cosiddetta “sentenza Bosman” andrà a rivoluzionare il calcio in Europa, la Corte di Giustizia UE ha confermato l’abuso di potere e la completa illegalità da parte della UEFA (e di conseguenza anche della FIFA) sia nell’esercitare un monopolio che nel condannare e punire le società che avevano aderito al progetto SuperLega.

Nata nell’aprile del 2021 su iniziativa di Real Madrid, Juventus e Barcellona, la SuperLega, aveva visto l’adesione complessiva di 12 club considerando anche la presenza di altri due club italiani (Inter e Milan), di un terzo spagnolo (Atlético Madrid) e di sei squadre inglesi (Arsenal,  Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham Hotspur).
Ridottasi a tre club dopo le minacce iniziali di sanzioni con la sola presenza di Real, Juve e Barca, la SuperLega aveva visto anche l’addio della squadra bianconera dopo le dure ritorsioni inflitte dall’Uefa per mano di Aleksander Čeferin, attuale Vice-Presidente Uefa ma ex  numero uno nei tempi in cui dichiarò guerra ad Andrea Agnelli, ex Presidente della Juventus, principale vittima della scure UEFA.

Rimasta con la sola rappresentanza di Real Madrid e Barcellona e guidata da Bernd Reichart, CEO di A22, la SuperLega porta a casa una vittoria giuridica, sportiva e politica, seppure con due anni e mezzo di ritardo di un progetto rimasto in vita solo a livello embrionale, lasciando ai posteri la scoperta degli effettivi cambiamenti che riguarderanno il calcio europeo a livello di club.

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