Archivi tag: Juventus

Champions League: i sorteggi della fase a gironi

(daniele amadasi)  Timori per la Juventus, sorrisi per la Roma, al termine del sorteggio della fase a gironi della Champions League 2015-2016, che ha visto i bianconeri teste di serie essere inseriti nel gruppo “D” di ferro insieme a Manchester City, Siviglia e Borussia Moenchengladbach, mentre i giallorossi di terza fascia sono terminati nel Girone “E” con Barcellona, Bayer Leverkusen e Bate Borisov.

Di seguito la composizione degli otto gironi di Champions League ed il programma completo di Juventus e Roma, impegnate da martedì 15 settembre a mercoledì 9 dicembre, ricordando che le prime due classificate di ogni girone accedono alla fase a play-off ad eliminazione diretta a partire dagli ottavi di finale di febbraio 2016 con destinazione finale allo Stadio Meazza in San Siro a Milano (sabato 28 maggio), la terza viene relegata nel tabellone di Europa League a partire dai sedicesimi di finale, mentre la quarta termina anzitempo la propria avventura europea.

Girone “A”: Paris Saint Germain (Francia), Real Madrid (Spagna), Shakhtar Donetsk (Ucraina) e Malmoe (Svezia).
Girone “B”: Psv Eindhoven (Olanda), Manchester United (Inghilterra), Cska Mosca (Russia) e Wolfsburg (Germania).
Girone “C”: Benfica (Portogallo), Atletico Madrid (Spagna), Galatasaray (Turchia) ed Astana (Kazakhstan).
Girone “D”: Juventus (Italia), Manchester City (Inghilterra), Siviglia (Spagna) e Borussia Moenchengladbach (Germania).
Girone “E”: Barcellona (Spagna), Bayer Leverkusen (Germania), Roma (Italia) e Bate Borisov (Bielorussia).
Girone “F”: Bayern Monaco (Germania), Arsenal (Inghilterra), Olympiacos Pireo (Grecia) e Dinamo Zagabria (Croazia).
Girone “G”: Chelsea (Inghilterra), Porto (Portogallo), Dinamo Kiev (Ucraina) e Mabbabi Tel Aviv (Israele).
Girone “H”: Zenit San Pietroburgo (Russia), Valencia (Spagna), Lione (Francia) e Gent (Belgio).

Il calendario completo di Juventus e Roma.
Martedì 15 settembre: Manchester City – Juventus.
Mercoledì 16 settembre: Roma – Barcellona.
Martedì 29 settembre: Bate Borisov – Roma.
Mercoledì 30 settembre:  Juventus – Siviglia.
Martedì 20 ottobre: Bayer Leverkusen – Roma.
Mercoledì 21 ottobre: Juventus – Borussia Moenchengladbach.
Martedì 3 novembre: Borussia Moenchengladbach – Juventus.
Mercoledì 4 novembre: Roma – Bayer Leverkusen.
Martedì 24 novembre: Barcellona – Roma.
Mercoledì 25 novembre: Juventus – Manchester City.
Martedì 8 dicembre: Siviglia – Juventus.
Mercoledì 9 dicembre: Roma – Bate Borisov.

Heysel 1985-2015, la notte della morte del calcio

(luca rolandi). Trent’anni sono mezza vita, un progetto che si realizza o finisce nell’incedere del tempo. Era una notte di fine primavera. Era il 29 maggio 1985. Non c’erano i telefoni mobili, la rete internet, i dispositivi digitali e il villaggio globale era solo una idea futura. Si comunicava con la carta e il telefono. Stadio Heysel, Bruxelles, sta per andare in scena la finale di Coppa dei Campioni, tra le squadre più forti del momento la Juventus dei campioni del mondo di Spagna 1982 e il Liverpool a fine di un ciclo di straordinarie vittorie. Trapattoni contro Fagan, Platini contro Rush.  I campioni in carica, i reds della città dei Beatles e la Juventus che di quella “maledetta” coppa ha ricordi negativi, due finali perse, con il grande Ajax nel 1973 e con l’Amburgo due anni prima, nella più cocente delusione della storia bianconera.

La Juventus aveva superato il Liverpool nella Supercoppa nel gennaio 1985 in gara unica a Torino, 2-0 con doppietta di Boniek, l’attesa infinita, la gente bianconera ci crede e si muove con ogni mezzo per sostenere la Vecchia Signora.

Qui finisce il racconto sportivo e parte la cronaca nera, di una notte maledetta. L’insipienza e la vergogna, la colpa grave senza attenuanti del Governo Belga, che non seppe neppure per un minuto garantire l’ordine pubblico, la Uefa che organizzò una finale in uno stadio fatiscente e pericolosissimi, gli hooligans inglese, coperti e protetti in patria fino a quella tragica notte, che colpirono e si scagliarono contro tifosi inermi, vittime in una notte da incubo.

Alle 19,30 gli inglesi attaccano, il settore Z che conteneva molti italiani e tifosi tranquilli di altri paesi europei, sono schiacciati dalla furia dei teddy boys inglesi.

Le gradinate erano di terra ed i gradoni composti da pietre/ mattoni che si distaccavano dalla stessa terra con facilità estrema.
La curva era divisa a metà da una rete metallica “tipo pollaio” e da una parte vi eravamo soprattutto italiani, non organizzati in club, l’altra metà era destinata agli inglesi.  Nel settore c’eravamo tutti coloro che avevano acquistato il biglietto con pacchetti delle Agenzie, quindi la maggior parte erano tranquilli turisti, padri di famiglia con mogli, figli e ragazzi al seguito. La curva inoltre “terminava letteralmente con un muro” senza alcuna uscita e/o cancello, non continuando con le tribune che erano distanti e divise da un fossato.

Il panico li spinge verso il muro che delimita la tribuna. In molti scappano, altri soffocano, la polizia non apre i varchi. Alle 20, 15 è tutto finito. 39 corpi di uomini e donne giacciono in un campo diventato obitorio. Ci sono il piccolo bimbo sardo Andrea Casula, la giovane ragazza aretina Giuseppina Conti, che era stata premiata con la finale per i suoi risultati scolastici, il medico Roberto Lorentini, che prima di scomparire, salvò altre persone fino a scomparire. Il caos è totale, il campo è invaso dalla gente, lacrime, sangue, dolore, feriti e morti, tanti morti. L’emergenza è tale che viene chiamato l’esercito, dopo che per una gara del genere erano stati predisposti prima dell’inferno, solo poche centinaia di agenti. Le notizie circolano in fretta. In tribuna stampa è il caos, i feriti (saranno 600 in tutto), vanno a farsi medicare negli spogliatoi. Gli ultras della Juventus scendono sulla pista, vola di tutto.  La tensione è fuori controllo. I giocatori della juve sanno si sono già rivestiti. Gli inglesi restano chiusi negli spogliatoi. La Uefa prende l’unica decisione giusta, fare disputare una partita che sarà vera, ma assolutamente surreale. Vince la Juve, segna Platini, su rigore, concesso per un fallo su Boniek iniziato abbondantemente fuori area.

In trance la squadra festeggia, la curva esulta, molti non hanno notizie certe. Oggi sapremmo tutto in tempo reale. Il volto sconvolto di Edoardo Agnelli, ritratto in una foto storica rende l’idea di una tragedia assurda. Bruno Pizzul commenta una partita senza senso. Il calcio, lo sport sono fuori. Era cronaca nera, guerra.

Tanto si è scritto, detto, girato. Belle pagine, commozione e angoscia. Ma l’Heysel non è un romanzo, è un fatto tragico accaduto e per questo, la rabbia e l’indignazione, si uniscono alla volontà di raccontare le verità nascoste. La Juventus ha fatto poco, solo da qualche anno ha iniziato un rapporto sincero con l’Associazione dei famigliari. Il Liverpool è stato reticente per alcuni anni poi la seconda più grave strage che colpi nel 1989 all’Hillsborough Stadium di Sheffield, prima di un Liverpool-Nottingham Forest, d Coppa d’Inghilterra, con una carneficina, 96 morti.

Per l’Heysel, tra l’indifferenza di troppi, c’è stata una lunghissima vicenda giudiziaria. Imputati il Governo Belga, l’Uefa e gli hoolignas di Liverpool. Un lungo processo. Poche persone l’hanno seguito. Un grande avvocato italo-Belga Vedovato ha speso anni per aiutare i famigliari nella difficilissima battaglia legale. Se oggi in Europa gli Stadi sono più sicuro e le responsabilità definite lo si deve a Otello Lorentini e alla battaglia legale, spesso portata avanti nell’indifferenza di società, federazioni e istituzioni politiche e sportive.

Tra le ricostruzioni più fedeli e nate per dare voce a coloro che hanno dovuto convivere con il dolore per una vita intera, il libro di Francesco Caremani, giornalista aretino, per sua stessa definizione “juventino ma non tifoso”, riconoscendo alla parola “tifoso” un’accezione negativa purtroppo rinsaldata dagli avvenimenti degli ultimi mesi. Il suo libro “Heysel: una strage annunciata”, edito dalla coraggiosa casa editrice Bradipolibri diretta da Luca Turolla, è uno dei più efficaci memoriali su ciò che accadde quella sera.  Caremani va nelle scuole, nelle piazze, collabora in modo stretto e riconoscente con L’Associazione Vittime dell’Heysel, fondata da Otello Lorentini e oggi guidata dal nipote.

La storia di Caremani è legata a doppio filo a quella notte, che non lo vide spettatore diretto solo per un fortuito caso della vita: “Dovevo andare anch’io a Bruxelles insieme a Roberto Lorentini, amico di famiglia, ma presi un brutto voto in latino, e per punizione per il sicuro esame a settembre i miei genitori non mi lasciarono partire”.

Da allora non ha mai smesso di pensare a quella sera e gli sta dedicando una parte essenziale della sua vita, per onorare e ricordare le 39 vittime. Non si può morire per una partita di calcio, ma è successo a Bruxelles il 29 maggio 1985, e ancora oggi accade. Da allora è stato fatto per migliorare la sicurezza negli stadi, siamo ancora lontani dal passaggio culturale che bandisce la violenza dal calcio. Ogni volta che ascoltiamo un coro indecente da stadio pensiamo ai tanti morti innocenti, di quella e altre notti e vergogniamoci.

 

Supercoppa 2014: la Juve spreca, il Napoli ringrazia e festeggia

(daniele amadasi)  Trionfa il Napoli a Doha nel Qatar nell’edizione 2014 della Supercoppa di Lega, superando la Juventus per 8-7 al termine dei rigori, dopo che tempi regolamentari e supplementari erano terminati in parità, rispettivamente per 1-1 e 2-2, con doppiette di Carlos Tevez (0-1 al 5′ ed 1-2 al 106′) e Gonzalo Higuain (1-1 al 68′ e 2-2 al 118′).

Avanti per due volte quindi nel corso della gara, la Juventus si è fatta rimontare sia nel corso della ripresa che a due minuti dal termine dei supplementari, fallendo poi dai rigori anche i match-point capitati sui piedi di Chiellini e Pereyra, per poi essere trafitta dalla rete dagli undici metri di Koulibaly e dalla parata di Rafael su Padoin.

Con la seconda vittoria nella storia del Napoli della Supercoppa dopo l’edizione del 1990 e con il decimo successo personale del suo tecnico Benitez, si chiude il 2014 del calcio italiano, che ritornerà ad essere protagonista a gennaio 2015 con la ripresa del campionato a partire dalla 17.esima giornata e con gli ottavi di finale di Coppa Italia.

Qui Juventus: da Conte ad Allegri in 16 ore

allegri-juve(daniele amadasi)  Da Antonio Conte a Massimiliano Allegri, nel giro di sedici ore. E’ cambiata così all’improvviso e non senza scossoni, la direzione tecnica della Juventus edizione 2014-2015.
Alle ore 20 di ieri, martedì 15 luglio, il comunicato stampa della Juventus che attraverso un video ed una lettera aperta del Presidente Andrea Agnelli rendeva nota la rescissione consensuale del contratto fra società e tecnico, ringraziando altresì Antonio Conte per i successi ottenuti nelle ultime tre stagioni, ovvero tre scudetti e due supercoppe italiane.
Divergenze di natura tecnica e tattica derivanti dall’operato del duo di mercato Paratici-Marotta che hanno portato per la seconda volta in tre mesi al rifiuto di Conte di firmare il rinnovo contrattuale e poi alla decisione dello stesso oramai ex tecnico bianconero di interrompere dopo soli due giorni di ritiro la sua quarta avventura con la Juventus. Continua la lettura di Qui Juventus: da Conte ad Allegri in 16 ore